Logo per la stampa
Vai al portale della Provincia Autonoma di Trento
carattere » Imposta la dimensione del carattere predefinita Imposta la dimensione del carattere grande Imposta la dimensione del carattere molto grande
Scrivici   

Provincia Autonoma di Trento - Autonomia

 
 
 

Introduzione a cura di Piero Cavagna

Viviamo circondati da orme e da segni.
E non siamo più tanto bravi ad accorgercene e a decifrarli. Abbiamo costruito il nostro mondo, quello fisico e quello immateriale, strato su strato e adesso non sappiamo più distinguerli. Non sappiamo se ci abitiamo felici e liberi o prigionieri.
Viviamo, più che in passato, di trasformazioni.
E ogni trasformazione è distruttiva perché porta con se l'alterazione di fisionomie conosciute, rassicuranti. L'incertezza, l'inquietudine e la paura del nuovo sono diventate compagne di strada abituali e obbligate per ognuno di noi. Vicini con cui, faticosamente, stiamo cercando di convivere.
Viviamo divisi.
Tra una terra fisica in cui abitiamo, che è fatta di paesaggi ancora ancestrali ed immobili quasi che niente e nessuno avesse mai lasciato un segno di passaggio, ed un'altra corrotta e violentata da troppi passaggi, da troppa superficialità, da poco guardare. Siamo come sospesi in uno spazio nuovo fatto di un'aria che sembra toglierci il fiato, dove proviamo ad alimentare il nostro spirito ed i nostri pensieri cercando di farli forti e disponibili per incontrare il mondo, per arricchirlo ed arricchirci. E fatto di terra della nostra memoria che è una specie di ancora di salvezza possibile, il focolare del cuore.
Viviamo immersi nel rumore.
Dopo aver relegato il silenzio all'angolo più buio della nostra quotidianità, considerandolo tempo inutile, vuoto, perso.
Le fotografie di questa edizione di Autonoma_mente sono un piccolo racconto di questa vita che viviamo. Guardata attraverso i paradigmi di Territorio e Contaminazioni. C'è un'idea di quello che siamo stati ed abbiamo fatto. C'è uno specchio dove sono piantate le nostre radici e dove possiamo vederci: quelli che siamo stati e siamo. C'è il silenzio, in queste fotografie raramente abitate da persone. C'è il segno di un nuovo cammino verso quello che potremmo riuscire ad immaginare ed essere: attenzione, ascolto, visione, etica, responsabilità, pensiero. E anche azione coerente.
Da vivere nuovi.
Contaminati.
Autonomi.

Potrete passare davanti alle fotografie di questa esposizione e guardare.
Quasi un riflesso condizionato davanti a qualsiasi cosa messa in cornice.
Potrete, però, anche fermarvi qualche momento e vedere.
La tensione giovane di Marika Bertoni che accende la luce della sua macchina fotografica per illuminare il percorso della sua ricerca di radici e di un'identità. Con un linguaggio non facile, in un territorio difficile come quello dell'anima, provando a disegnare il profilo della casa del ricordo e della propria appartenenza.
La denuncia di Paolo Calzà per un paesaggio usato e violentato, luogo di impossibile convivenza tra la Natura e noi che la abitiamo. Voce dura, ma asettica e neutrale nella corrente di quella scuola fotografica che, dagli anni '70, usa la luce più per illuminare che per scrivere.
La nostalgia delicata di Giovanni Cavulli per il mondo originario che ancora possiamo trovare fuori dalla nostra porta di casa, una natura ancestrale che è allo stesso tempo realtà e sogno. E che, qui, diventa una specie di ribellione dolce e silenziosa a tutte le ferite che siamo stati capaci di portare con il nostro sviluppo. Una specie di specchio di Alice dove ognuno di noi può entrare a ritrovare il giardino segreto delle proprie emozioni e della memoria.
La solida e severa semplicità di Floriano Menapace capace di tracciare con la sua fotografia diretta un itinerario della nostra storia e del nostro tempo. Dove oggetti, monumenti, presenze quasi dimenticate recuperano voce e riprendono a parlare, sicuri, tenaci, affascinanti di quello che siamo stati e dell'anima profonda di questa terra.
La curiosità di Massimo Zarucco che ha dato forma ad un'idea di contaminazione, fotografando trentini nel mondo, capaci di portare e piantare i semi di questa terra ovunque e di riportarne qui, di nuovi e sconosciuti, per futuri raccolti di pensiero, professionalità e cultura.
Sono 5 declinazioni di Autonomia attraverso i temi di territorio e contaminazione, 5 strade da percorrere attenti, filo che collega vista e cuore, immagini da guardare e vedere ad occhi chiusi, geografie impalpabili da cui farsi toccare.

 
 
 
credits | note legali | Privacy | Intranet